I
piani di bonifica acustica sono stati introdotti con il
DPCM 1 Marzo 1991 e in seguito recepiti dalla
Legge 447/1995, la
Legge quadro sull’inquinamento acustico.
In queste norme si definisce l’
inquinamento acustico come
” l’introduzione di rumore nell’ambiente abitativo o nell’ambiente esterno tale da provocare fastidio o disturbo al riposo ed alle attività umane, pericolo per la salute umana, deterioramento degli ecosistemi, dei beni materiali, dei monumenti, dell’ambiente abitativo o dell’ambiente esterno o tale da interferire con le legittime fruizioni degli ambienti stessi “.
Per ognuna delle aree omogenee dal punto di vista acustico nelle quali è stato suddiviso l’ambiente o il territorio in esame, vengono determinati i
valori limite delle sorgenti sonore usando ricettori di prossimità per effettuarne la
misurazione.
I valori limite assoluti di immissione sono fissati per Decreto, in cui si fa anche distinzione tra i valori limite per gli orari notturni e quelli per gli orari diurni.
I
piani di risanamento acustico devono riportare, per Legge, almeno i seguenti dati:
- identificazione di tutte le sorgenti di rumore presenti nelle zone da risanare, sia mobili sia fisse;
- le fonti di rumore vanno determinate attraverso misure fonometriche per descriverne l’entità;
- devono essere descritte le attività e priorità da mettere in atto oltre alle tempistiche stimate e le modalità da seguire.
- è necessario indicare l’entità delle spese e quali siano i mezzi più indicati per portare a termina la bonifica acustica.
Sono inoltre resi obbligatori per Legge i collaudi in opera degli interventi.